Vi voglio parlare di una caratteristica che spesso viene sottovalutata o considerata “altro” dal mio lavoro: L’ONESTA’ INTELLETTUALE.
Intanto cosa si intende per onestà intellettuale?
L’onestà intellettuale è “l’onestà libera dal contesto“, ovvero atteggiamenti e comportamenti coerenti al di là di situazioni e persone, è la fedeltà ad un principio, non assoluto e magari anche sbagliato, ma pur sempre un cardine. L’onestà intellettuale è uno studente che non copia sia quando il professore è in aula sia quando questo si assenta per rispondere al telefono. E’ un politico che non ruba anche quando sarebbe impossibile scoprirlo. E’ un uomo che non parla con frasi di comodo e di circostanza ma dice sempre quello che pensa. E’ un mondo nel quale non esiste la parola convenienza. E’ una donna che esce di casa ben vestita, truccata e profumata pur non avendo appuntamenti. Un fiore bello e colorato nel più arido dei deserti dove nessuno può ammirarlo. E’ intelligenza. E’ una coerenza salda tra pensieri e comportamenti.
(Tratto dal blog https://www.sconfiggiilbar.it/onesta-intellettuale/)
Ecco … per me non ci può essere cliente o tecnico che ne sia privo. Nel mio lavoro, nel cantiere come nella progettazione si sbaglia. Si sbaglia molto perché si “fa” molto. I nostri non sono pensieri messi in fila che se il cliente si distrae non ricorda che abbiamo fatto una citazione sbagliata. No. I nostri sono gesti visibili e materici e se si sbaglia l’errore rimane impietosamente davanti agli occhi di tutti e in una casa piuttosto che in un luogo di lavoro, potrebbe lasciare segni in umori cattivi e sensazioni di disagio persistente (immaginate il progetto sbagliato che colloca una camera da letto su un affaccio molto rumoroso!) . Quindi dobbiamo sempre stare molto attenti. Io ne faccio una questione di rispetto verso delle persone che mediamente stanno investendo i risparmi di molti anni. Nonostante questa attenzione, mi capita lo stesso a volte di sbagliare. Quando succede, in prima battuta lo ammetto e poi pongo rimedio, se necessario anche mettendo mano al portafogli. Mi aspetto lo stesso dai miei clienti. La stessa presa di responsabilità e trasparenza.
Ho imparato con il tempo quindi ad analizzare le situazioni in modo più freddo e lucido possibile, con la ferma convinzione che il cantiere non mente mai e che quindi è sempre possibile trovare responsabilità e soluzioni.
Ho imparato però anche una cosa molto sgradevole : la differenza tra onestà ed onestà intellettuale. La prima fa riferimento ad atteggiamenti corretti nella forma ma non nella sostanza. Come per esempio non passare con il rosso solo per paura delle multe, pagare una fattura solo quando arriva l’ingiunzione di pagamento .
Quando ho davanti un cliente che viene meno a questo comportamento mi viene voglia di girare i tacchi e andare via senza dare troppe spiegazioni. E’ più forte dime, anche se so che non va bene e che non è un comportamento professionale. Ma in quel momento capisco che si è rotto il rapporto di fiducia indispensabile per lavorare insieme su cose tanto delicate come case e luoghi di lavoro.
Se come clienti fate qualche errore, di valutazione o cambiate idea su materiali e colori, o vi rendete conto che quello che avete chiesto non coincide conciò che avevate immaginato… non cercate mille difetti per giustificare il vostro malcontento, non cercate l’errore nell’operato dell’altro (ditta, architetto, fornitore di mobili). Cercate di ragionare serenamente e di parlarne con il tecnico che vi segue. La soluzione magari è ad un passo!
Capisco che a volte la paura di spendere molto per rimediare sia alta, ma credo che nei rapporti umani ne valga davvero la pena.